L’antenna che sto per descrivervi è frutto dell’esperienza maturata dopo varie attività effettuate in portatile, nello specifico attivazione di Castelli, Abbazie e qualche Isola. In queste attività si ha l’esigenza di avere un sistema radiante con la massima efficienza, da montare in poco tempo, senza grossi problemi di risonanza ad ogni installazione, possibilmente un solo punto di fissaggio, ed avere il minimo ingombro una volta smontato.
Andando a sfogliare un catalogo che conservo con molta cura dal 1992, ho trovato la descrizione di una nota antenna multibanda trappolata, chiamata volgarmente “Cornuta” per via della sua disposizione a V normale. Immaginandola montata, mi sono fatto subito un’idea rispetto alle soluzioni fino a quel momento adottate, tenendo ben presente l’ingombro notevole, ma occupando spazio in aria, non si crea problema alcuno, esattamente quello che cercavo.
Infatti, utilizzando una verticale, se pur con un numero minimo di radiali, soprattutto nei centri abitati, si hanno problemi con i passanti. Puntualmente i passanti ci vanno ad inciampare e i bambini incuriositi dall’oggetto potrebbero toccarla con conseguenze varie.
La situazione non è tanto diversa con un dipolo a V rovesciata, per questa inoltre c’è anche bisogno di tre punti di appoggio che limitano di fatto parte della zona circostante. Così ho cominciato a pensare a come riprodurre l’antenna, con più attenzione mi sono guardato le caratteristiche tecniche e i disegni di montaggio, ed ecco l’avvio del processo.
L’ipotesi di realizzarla come la versione originale è stata scartata a priori, perché i tubi in alluminio nella mia zona non sono di facile reperibilità. Rimaneva la soluzione di una filare trappolata, il problema era: come sorreggerla?
Prontamente ho risolto gironzolando di qua e di la su vari siti internet, infatti ho notato l’adozione di canne da pesca da parte di diversi colleghi OM, che hanno una serie di vantaggi: costo abbordabile, montaggio e smontaggio veloce, ingombro ridotto una volta chiuse, l’ideale per la realizzazione di tale sistema.
Adesso bisognava escogitare come mantenere insieme due canne e farle stare almeno a 3m dal suolo, realizzare quindi la struttura portante e che tipo di filare adottare.
Nella mia immaginazione la cosa era già fatta, bisognava passare alla fase pratica, la prima problematica che ho affrontato è stata la realizzazione del supporto meccanico, ossia il mast e la V per sorreggere le due canne da pesca.

Supporto

Antenna Y - Supporto

Ovviamente la scelta è caduta su qualcosa facile da reperire e da assemblare, ossia tubi in PVC arancione, si trovano con facilità presso rivenditori di materiale idraulico o edile e hanno giunti di vario tipo per metterli insieme.
La scelta del diametro è una conseguenza dell’adattamento tra il supporto e le canne, in dettaglio il mast è composto da tre tubi di lunghezza 1 m e diametro 63mm.
Su due sono innestati dei così detti giunti di riparazioni (di seguito descrivo come sono fatti), con un pennarello indelebile li ho battezzati rispettivamente “B” e “C” ma sono tranquillamente interscambiabili.
Sul terzo contrassegnato con la lettera “A”, ho semplicemente tagliato l’imbocco, ho innestato un T senza bloccarlo con il collante e ho praticato un foro di diametro 6mm, ad una distanza di 2cm circa dal bordo.
I fori vanno praticati anche alle altre due sezioni “B” e “C”, esattamente nella parte alta lato giunto, servono per infilarci dei fermi per evitare di far ruotare l’antenna.
Il giunto di riparazione è un raccordo particolare con un’estremità lunga 5cm, Ø 56mm esterno, che entra nell’interno del tubo Ø 63mm, l’altra estremità e lunga 15 cm con Ø 63mm interno.
L’adozione del giunto è stata necessaria, in quanto dalle prove fatte in occasione del primo montaggio, il solo imbocco esistente sul tubo profondo 5cm, non garantiva una buona stabilità del mast, pertanto essendo la profondità d’innesto del giunto tripla, il tutto è molto più sicuro.
Per innestare il giunto di riparazione nel tubo, non mi sono accontentato dell’estremità lunga 5 cm, ho riscaldato opportunamente il tubo dal lato imbocco e l’ho fatto entrate dentro ancora 5cm circa.
Attenzione, quando si fa questa operazione bisogna farla con una certa velocità, ed onde evitare che il calore del tubo possa far restringere il giunto, immergere il tutto in acqua fredda una volta eseguito l’innesto.
Sul mast è montata la V, composta da un T Ø 63mm sul quale sono state innestate due curve a 45°. Su di esse si montano due pezzi di tubo sempre Ø 63mm, della lunghezza di 50cm, ricavati dal taglio a metà di un pezzo intero senza togliere l’imbocco, denominati “D” e “E”.
Prima di giuntare il T con le curve, ho fissato su di esso un connettore da pannello SO-239 da un lato e due bulloncini da 4MA dall’altro, al suo interno invece il balun rapporto 1/1 descritto di seguito nella parte elettrica.
Una volta effettuati i collegamenti elettrici del balun al connettore ed ai bulloncini, ho innestato le curve utilizzando della colla specifica per tubi in PVC, ma prevedendo la sollecitazione meccanica in questo punto, non mi sono affidato al solo incollaggio delle parti, ho praticato due fori dalla parte alta e inseriti due rivetti robusti di opportuna lunghezza.
I due pezzi di tubo “D” e “E” si innestano semplicemente sulle curve, volutamente non li ho incollati, proprio per non avere un oggetto ingombrante da trasportare.
All’interno dei tubi “D” e “E” si infilano le canne da pesca dopo essere state estese e sistemati i bracci del dipolo.
I bracci del dipolo si sostengono alle canne tramite degli anelli ricavati da fascette per cablaggio, le ho strette fino ad un certo punto lasciando la possibilità di scorrere agevolmente sulle canne.
Per adattare il diametro esterno delle canne con quello del supporto a V, ho incamiciato le stesse con un tubo in PVC arancione Ø 50 mm, lungo 1 m, al quale ho tagliato l’imbocco.
Riscaldata opportunamente un’estremità, ho bloccato il tubo sul tappo inferiore della canna, mentre per bloccare la parte superiore, ho utilizzato un imbocco tagliato da un tubo in PVC grigio Ø 40mm, il quale guarda caso, si innesta perfettamente tra la canna ed il tubo da 50mm.

Fissaggio

Antenna Y - Fissaggio

A questo punto per completare la parte meccanica, non resta che descrivere il montaggio dell’antenna vicino all’auto. Per fare ciò ho utilizzato un regalo di Nardino I8LYB, un tre piedi per strumenti musicali.
L’ho fissato su di una piastra in lega leggera tramite due bulloni da 8MA, posta a sua volta sotto la ruota dell’auto. Sul tubo del tre piedi sono montate quattro staffe a collare del diametro di 2 pollici, due da un lato e due dall’altro, il tutto per facilitare il montaggio e smontaggio dell’antenna sulle varie sezioni del mast.
In pratica si infila il tubo “A” in una coppia delle staffe a collari, su di esso si innesta il T, a seguire si innestano “D” e “E”, e successivamente s’infilano le canne già con i due bracci del dipolo sistemati, una da un lato e una dall’altro.
Una volta collegati le estremità del dipolo al balun e il cavo coassiale di discesa, si procede con l’alloggiamento del tubo “B” nell’altra coppia di staffe a collare rimaste libere, si solleva “A” e lo si innesta nel giunto del “B”. Si alloggia il “C” nei collari appena liberati e si ripete l’operazione di prima, a questo punto si è pronti per iniziare le trasmissioni.

Antenna Y - Fissaggio

Parte elettrica

Realizzato il supporto meccanico, restava il problema della realizzazione dell’antenna, tenendo in considerazione che le canne da pesca più lunghe reperibili al momento, non superavano i 9m.
Quindi conoscendo le dimensioni del supporto e considerando la possibilità di avere un sistema multibanda, necessitava fare opportune verifiche per scegliere l’antenna adatta.
Dopo aver valutato attentamente la situazione, ho preso in considerazioni la realizzazione di un dipolo con trappole in cavo coassiale, visto che la lunghezza di 8.5m circa per braccio, si adattava bene alla dimensione delle canne.
La deduzione di ciò è scaturita anche dai numerosissimi QSO fatti in banda 80m con il con compianto Ivo 9A4IS, il quale utilizzava un’antenna multibanda di una nota ditta Tedesca con trappole in cavo coassiale, una lunghezza di circa 10.5m per braccio, utilizzabile in 10/15/20/40/80 m.
Pertanto mi sono messo all’opera e dopo aver consultato vari testi, ho cominciato la realizzazione di una trappola per la banda dei 40m.
La necessità di fare ciò, è nata dall’esigenza di realizzare in un prossimo futuro un’antenna che faccia anche gli 80m e anche perché dovevo crearmi un parametro di riscontro per verificare che gli strumenti a mia disposizione davano risultati attendibili.
I primi tentativi li ho fatti utilizzando un Dip-Meter messo a disposizione da Gianfranco IZ8EWD, ma per avere un riscontro più preciso ho verificato la risonanza della trappola, con un Netwok Analyzer HP 8714ES, che fortunatamente ho a disposizione nell’azienda in cui lavoro.
Pertanto ho potuto verificare che 10 spire affiancate di RG58, avvolte su un tubo in PVC grigio Ø 40mm, risuonano a 7.050MHz.
Quindi, tenendo conto delle misure effettuate, sono passato alla realizzazione della trappola per i 20m, dopo diversi tentativi finalmente ho raggiunto il risultato, 5 spire e ½ affiancate senza lasciare spaziatura, su di un tubo in PVC grigio Ø 40mm lungo 8cm, frequenza di risonanza di 14.200MHz.
Esattamente il cavo RG58 da avvolgere deve avere una lunghezza totale di 1 m, va tolto 11.4cm di guaina da entrambi i lati. Per facilitare l’avvolgimento e il fissaggio del cavo, ho praticato due fori ad opportuna distanza e di opportuno diametro per bloccarlo con una fascetta, tesandolo moderatamente ho avvolto il tutto e bloccato con un’altra fascetta sull’altra estremità.
A questo punto il polo caldo di un estremo va collegato con il polo freddo dell’estremo opposto, mentre i rimanenti liberi vanno ai morsetti da sistemare al bordo del tubo. Vari testi prevedono 7 spire con una spaziatura di 6mm, variandola si modifica la frequenza di risonanza, quindi volutamente non ho seguito tali indicazioni, così è più facile la riproduzione.
Ovviamente utilizzando cavo coassiale di diversa manifattura ci possono essere delle variazioni, pertanto è consigliabile comunque effettuare delle misure di riscontro. Il balun è stato realizzato con una barretta cilindrica di ferrite recuperata da una vecchia radiolina, ho avvolto 9 spire trifilari di filo smaltato da 1mm², per i collegamenti basta guardare uno dei testi
di seguito riportati nell’elenco della bibliografia.

Antenna Y - Schema

Antenna Y - Trappola 20m

Le dimensioni del singolo braccio sono di 5m dal balun alla trappola e di 3.5m la parte estrema, la sezione del conduttore è di 2,5 mm². Per quanto riguarda il rapporto onde stazionarie, il risultato è ottimale, inferiore a 1.5 sul centro banda sia in 20m che in 40m, ovviamente l’impedenza dell’antenna molto vicina ai 50 Ohm.
Si tenga ben presente nell’assemblaggio dell’antenna, che le trappole vanno montate con il terminale lato freddo costituita dalla calza verso l’interno, quindi verso il balun, mentre il polo caldo verso l’esterno. Altre prove sono state effettuate con Netwok Analyzer HP 7408, Sweep Generator HP 8601 Frequencymeter HP 8600, ed altri accessori gentilmente messi a disposizione da Roberto I5KRD, coadiuvato da Luciano I5FLN che ha effettuato prove anche con l’analizzatore MFJ 259.
Dal settembre 2006 in occasione del 5° Meeting DCI a Mondovì, la presenza di Roberto e di Luciano ormai è diventata una consuetudine, ogni anno si fanno test sulle antenne degli attivatori.
I risultati delle prove sull’antenna e sulle trappole, sono stati compatibili con quelli da me effettuati, quindi ho dedotto che i metodi utilizzati per le misure sono conformi.

Antenna Y - Smontata

Risultati ottenuti

Antenna Y

I risultati ottenuti dal 30 luglio 2005 ad oggi sono soddisfacenti, ho portato a termine ben 74 attivazioni valide per il Diploma dei Castelli d’Italia, 24 attivazioni per il Diploma delle Abbazie d’Italia,1 attivazione per il Diploma delle Isole Italiane, I posto categoria attivatori Week-end dei Castelli d’Italia 2006, totalizzando circa 8000 QSO, con ottimi segnali di riscontro sia da parte di stazioni italiane che europee in 20 e in 40m.
Dopo le prime attivazioni tenendo conto del buon rendimento dell’antenna in molti casi ho ridotto la potenza del mio Yaesu FT897 a 50 Watt di picco, in una occasione sono andato addirittura in QRP, quindi il vantaggio non è di poco conto considerando che nella maggior parte dei casi si va solo con la batteria dell’auto.
Altri test sull’antenna sono stati effettuati nel mese di Agosto 2006 da Stefano IZ5FDE/IA5 dall’Isola D’Elba IIA-LI001, EU-028, con il secondo esemplare ha collezionato tra un bagno e l’altro circa 600 QSO, alternando fonia e telegrafia sia in 40m che in 20m, inoltre ha portato a buon fine tre attivazioni per il DCI, FI157, FI213 e FI214.
Forte è stata l’emozione quando Stefano ha collegato il Team di IQ8PZ, di cui facevo parte, che ha operato con la primogenita Antenna Y dall’Isola di Santo Ianni, IIA-PZ001, IOTA EU144.
Adesso aspetto anche i risultati di Valerio IW8CGX, in possesso del terzo esemplare. Un altro esemplare montata a V rovescia, è stato riprodotto da Paolo I2AE, lui con il camper ha girato in lungo ed in largo l’Italia, la trova comoda come soluzione, sul suo sito troverete le indicazioni delle misure adottate.
Spero che al momento della pubblicazione di questo articolo, possano essere pronte altre due Antenne Y, una destinata a Giovanni IZ8GUQ noto attivatore Lucano e un’altra per il Team DX di IQ8PZ.
Quanto prima realizzarò anche le trappole per i 10 e 15 metri, per far si che si possa operare su altre bande, ma soprattutto servono ad accorciare il sistema per avere la possibilità degli 80 metri, arrivando ad una lunghezza del singolo braccio di 10.5m circa. Un’ultima cosa, il titolo dell’articolo, Yuri IZ0EDD dopo aver visto le foto dell’antenna scattata in occasione del Week-end dei Castelli d’Italia 2005, l’ha subito ribattezzata “Antenna Y”.
Non mi resta che augurare buon lavoro a chi si cimenterà in una simile realizzazione, restando a disposizione per eventuali indicazioni, al mio indirizzo di posta elettronica.
Per i dettagli costruttivi vi invito a visitare il mio foto album, inoltre sono disponibili su You Tube, i filmati per vedere le fasi di montaggio e smontaggio.

Bibliografia

Antenne Progettazione e Costruzione di Nerio Neri I4NE
Costruiamo le Antenne di Rinaldo Briatta e Nerio Neri
Le Antenne Riceventi e Trasmittenti di Nuova Elettronica

Articolo pubblicato per gentile concessione dell’autore Antonio IK8SHL.

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Autore: Antonio IK8SHL
Pubblicato su: RadioRivista (ARI) n.04 del 2009
Pubblicato il: 04/2009

4 Replies to “Antenna Y”

  1. Interessante articolo. trovo che sia ben spiegata e di ottima soluzione questa antenna. Unico dubbio, ma il balun è di tipo 1:1?
    Grazie infinite.
    Walter

  2. Ma se io prendo il mio dipolo 4 bracci della eco antenne e lo metto dentro i tubi per fare un’antenna Y, fissando i bracci all’interno dei tubi, compreso le bobbine ……….pensi possa ottenere lo stesso risultato ?

    1. Si Danilo,
      la struttura può essere utilizzata come supporto di qualsiasi antenna filare.
      Però attenzione che nei dipoli multibraccio, i rami paralleli è bene che mantengano una certa distanza tra loro.

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